DAL COLLEGAMENTO ZOOM CON SHAJEER DEL 24-05-2020
La settimana scorsa abbiamo usato l'esempio del fiume per descrivere l'andamento della nostra vita e di cosa portiamo con noi lungo il percorso verso il mare.
Attraverso la memoria, assorbiamo situazioni ed emozioni. Queste ultime influenzano la creazione del nostro presente e la costruzione del nostro domani.
Avevamo anche accennato alla frequenza.
Per partire alla conoscenza di noi stessi, una delle cose più importanti è conoscere la nostra frequenza emotiva.
Conoscere se stessi e le emozioni che si provano, ci premette di gestire meglio lo stato emotivo nel quale ci troviamo.
Ma come impariamo a riconoscere la nostra frequenza?
Ogni pensiero parte da una determinata frequenza, ma la frequenza non è un pensiero.
Il pensiero stesso non è solo un pensiero ma è una energia.
L'energia stessa non è solo un pensiero ma ogni pensiero è energia.
Come impariamo a riconoscere la nostra emozione di adesso?
Continuando con l'esempio del fiume, è come se qualcuno mettesse del sale lungo il letto del fiume, che da quel punto in poi, diventa salato.
Allo stesso modo succede a noi con le emozioni. Non riusciamo a riconoscerne l’origine o la provenienza, ci identifichiamo con quella emozione e lasciamo che cambi la natura del nostro corso.
E' importante sapere dove siamo, in quale punto del fiume, e per fare questo ci serve riconoscere l'emozione del momento che stiamo vivendo.
Quando siamo totalmente coinvolti nell'emozione, noi siamo l’emozione e non riusciamo ad osservare e a riconoscere la nostra forma originaria.
Come impariamo a conoscerci?
Dove sono contenute le nostre emozioni?
Nel nostro respiro.
Ogni respiro parla il linguaggio delle emozioni. Attraverso l'atto del respirare, parliamo al nostro corpo, al nostro cuore, alla nostra anima.
Il ritmo del respiro è un linguaggio silenzioso più potente di quello parlato.Ogni emozione ne ha uno.
Quando siamo tristi e piangiamo, possiamo anche avere dei singhiozzi. Quando siamo felici, inspiriamo di più.
Ad esempio, la parola WOW è nata come trascrizione dell'inspiro che facciamo quando siamo meravigliati. E quando siamo meravigliati, facciamo inspirazioni più profonde, entra più ossigeno, più prana dentro di noi e aumentiamo la nostra energia interna.
Il nostro respiro e il suo ritmo sono collegati alla situazione esterna che stiamo vivendo.
Diventa fondamentale imparare a riconoscere in primo luogo cosa provo, le mie emozioni, riconoscere quali emozioni e parole entrano dentro di me e in quale modo cambia la mia energia.
Il nostro corpo e la nostra coscienza sono magici.
Non siamo andati a scuola per imparare a ridere o a piangere, è come se avessimo un dottore interno che ci indica la cura. Ad esempio, dopo che abbiamo pianto ci sentiamo meglio.
Dovremmo imparare a guardare dal di fuori le nostre emozioni, così da non identificarci con esse. Per ogni emozione diventa fondamentale comprendere il ritmo che assume il nostro corpo e cercare di riportarlo ad un ritmo normale, quello originario, che abbiamo dimenticato di avere.
Come facciamo a ricordare com'era il nostro ritmo?
Osserviamo un bambino mentre dorme. Questa è forza pura. I bambini sono grandi maestri e hanno la capacità di riportarci alla nostra natura originaria.
Questo esercizio al riscoprirsi, ci allena alla presenza senza emozione, alla presenza pura. Come quella delle persone della tribù.
Nella foresta non si pensa a cosa si vuole fare domani o alla sera, perché ad ogni passo ci sono tantissimi pericoli. Bisogna sempre essere presenti con tutti i sensi, sono l'unica cosa che possono veramente aiutare nel caso ci si trovi in situazioni non previste.
Ma anche fuori dalla foresta diventa importassimo essere presenti, perché ci sono altri tipi di pericoli, spesso invisibili.
Non si tratta di imparare qualcosa di nuovo ma di riscoprire quello che esiste da sempre dentro di noi.
Il prossimo incontro con Shajeer si terrà Domenica 31-05-2020 alle ore 9.30 su Zoom.
Gli incontri sono gratuiti.
Per partecipare inviateci una mail o iscrivetevi al gruppo Facebook di Tribalosophy.
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