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L'INSEGNAMENTO CHE E' GIA' DENTRO DI NOI



DAL COLLEGAMENTO ZOOM CON SHAJEER DEL 31-05-2020

 

Facciamo un piccolo esercizio per allinearci:


Ripeto dentro di me SO quando inspiro e HUM quando espiro, con gli occhi chiusi.

Per 5 respiri.


Poi mi strofino le mani una contro l'altra e le porto verso il viso, come se lo lavassi.

Chiudo portando le mani chiuse, in posizione di Namasté, al centro del torace.

 

L'ultima volta ci siamo salutati parlando di come, per ritrovare il nostro respiro naturale, possiamo guardare un bambino che dorme e di come il nostro respiro è collegato alle nostre emozioni.


Oggi faremo un altro esempio.


Pensiamo a quando abbiamo iniziato a guidare la macchina, all'inizio è stato complicato essere coordinati e sciolti nei movimenti.


L'esempio della macchina ci può essere utile per spiegare due cose.


Paragoniamo l'emozione alla macchina, quando siamo dentro all'emozione, che magari ci porta giù, diventa difficile fermarci ed osservarci. Non riusciamo a tornare al pensiero per cambiarlo, perché nel frattempo il pensiero stesso segue quell'emozione.


Quando guidiamo l'auto, in alcune occasioni, raggiungiamo la destinazione serenamente senza neppure accorgercene, perché nel frattempo stiamo facendo altre cose, tipo parlare con il passeggero o cercare la stazione radio ecc.


Sarebbe bello avere uno strumento simile, che ci aiuti a guidare dentro noi stessi con pace e serenità anche quando in noi ci sono momenti di rabbia o di tristezza.


Quando abbiamo rabbia o paura, non guardiamo come respirano le altre persone o chiediamo a qualcuno di insegnarcelo.


Il respiro è uno strumento che abbiamo innato dentro di noi.


In realtà quello che possiamo fare è ricordare l'insegnamento che è già dentro di noi, perché la Natura ci ha già dato tutti gli strumenti necessari.


Come possiamo riattivare il nostro stato neutrale per avere più potere?


Una delle cose che possiamo fare è la respirazione che abbiamo già visto insieme: inspiro e conto fino a 4, trattengo contando fino a 2, espiro contando fino a 6 (posso anche arrivare a fare 4 inspiro- 2 trattengo - 7 espiro e poi 4 inspiro- 2 trattengo - 8 espiro).


In India, le antichissime conoscenze che venivano trasmesse oralmente hanno dato vita a più metodi di insegnamento, a seconda dell’influenza delle popolazioni che si succedevano.


Gli Ari (Arja = Aryans), popolazione nomade proveniente dall’Iran e da altre regioni di quella parte dell'Asia, durante la loro conquista del territorio indiano, hanno dato corpo e testo alla conoscenza che veniva trasmessa oralmente dalle comunità locali. Sono nati così i Veda.

Gli Ari, essendo viaggiatori, usavano le stelle per orientarsi, così gradualmente la loro guida divina è entrata a far parte del Cielo sino a diventarne il Dio.


Le popolazioni dravidiche dell’India meridionale, invece, conducevano una vita molto più connessa alla Terra. Il loro metodo di insegnamento veniva trasmesso dalle voci chiamate "Santità".

Da queste popolazioni discendono le tribù che vivono ancora oggi nelle foreste dell'India del Sud.


Come abbiamo già detto l'altra volta, i 5 elementi vengono utilizzati per attivare l'energia.

La tribù porta l'energia del Cielo sulla Terra attraverso il respiro.


Per riattivare l'energia all'interno del corpo, gli uomini delle tribù portano l'energia di Akasha (del Cielo-Etere) sulla Terra, usano l'Aria attraverso il respiro per aumentare il calore del corpo, per far circolare il sangue intorno al corpo e rafforzare il corpo stesso.

È molto semplice.


Un altro accorgimento che possiamo usare quando siamo tristi o arrabbiati è di uscire e andare a passeggiare in mezzo alla Natura, invece di metterci a fare una meditazione che magari ci aiuta poco ad uscire dallo stato di pensiero nel quale ci troviamo.


Uscire a camminare aiuta il corpo ad attivarsi, il respiro cambia e non stiamo più pensando a come respirare. Succede in modo naturale. Diventa importante, camminare in posti dove ci sentiamo leggeri. È la migliore e più efficace delle meditazioni.


La cosa importante da ricordarsi è di dedicarsi del tempo tutti i giorni e di fare in modo che quello che si riscopre venga appreso come esperienza, ossia che diventi una lezione ma che non sia una lezione.


A questo servono le pratiche. A fare in modo che ad un certo punto, si inizi a non pensare mentre si pratica, perché diventa parte di noi farlo.

 

Domenica 7 Giugno si svolegerà il seminario online

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Il consueto appuntamento domenicale con Shajeer riprenderà Domenica 14-06-2020

alle ore 9.30 su Zoom.


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